Scrivere a mano aiuta il cervello a stare in salute.
Smart working e didattica a distanza stanno modificando le nostre abitudini e la tastiera sta diventando per tutti il mezzo per scrivere.
Stiamo diventando “puntatori” professionisti, sempre più abili nel digitare e sempre meno capaci di impugnare una penna e scrivere. Sempre più persone fanno fatica con carta e penna.
E’ indiscutibile che premere un tasto sia più rapido e semplice rispetto allo scrivere, ma questo purtroppo nasconde un pericolo per la nostra salute. Questa economia di sistema, come è stato dimostrato da importanti studi scientifici, non permette al cervello di far intervenire diverse aree che promuovono lo sviluppo di diverse competenze in ambito motorio, cognitivo e creativo, tutti ambiti di interesse per chi si occupa di posturologia.
Cervello, coordinazione occhio-mano e muscoli
Quando mettiamo su carta qualcosa attraverso un segno grafico, aree specifiche del cervello si mettono in funzione (la zona frontale inferiore e la corteccia parietale posteriore, cioè le aree che sovrintendono alla coordinazione occhio-mano, ovvero la motricità fine) ed è compito dei muscoli indicare cosa si stia scrivendo in modo chiaro ed inequivocabile.
La scienza è andata oltre riuscendo a “registrare” l’attività motoria e cerebrale in relazione alla scrittura di ogni singola lettera, cosa ben comprensibile per chi conosce il protocollo percezione-azione, codificando quello che in gergo tecnico viene definita firma sensoriale. ( J.P. ROLL )
Cerco di spiegarmi meglio:
Digitare i tasti A ed O sulla tastiera non richiede grande sforzo da parte del cervello: entrambe le lettere prevedono il medesimo movimento e la medesima competenza motoria. Questo concetto si può riassumere come economia di sistema.
Se prendiamo le stesse lettere e le scriviamo ad esempio in corsivo troveremo grandi differenze: l’attività muscolare registrata in laboratorio è nettamente differente tra le due lettere anche se tra loro c’è solo una piccola “gambetta” di differenza.
Il cervello può perdere le sue competenze
Senza scomodare la scienza è sufficiente chiedere ad un kinesiologo o fisioterapista: se impedisci la messa in opera di un’attività motoria specifica (es. quando un arto viene ingessato), l’area del cervello che se ne occupa si deteriora, o meglio, perde le sue competenze.
Da qui una conclusione molto semplice: meno stimoliamo il movimento e più il cervello si impigrisce. Allora perché utilizzare questo stupendo mezzo (le mani) solo per compiti di serie B (come digitare una tastiera)? Vale la pena mantenere allenate le nostre mani non solo per il semplice fare, ma anche per attività più funzionali al sistema cognitivo.
Nel prossimo post ti suggerirò una serie di esercizi che ti aiuteranno a non stare con le mani in mano.