Cervicalgia e Propriocezione: una strategia Posturologica su un caso reale

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L’altro giorno in studio, al termine di un lunedì davvero sfidante, vedo come ultima paziente Linda, una cara amica di un mio paziente (prima sessione).

Una delle peculiarità del mio lavoro è quella di osservare e valutare il paziente in primis sotto un punto di vista globale e solo successivamente, in modo più specifico, in base al tipo di sintomi presentato.

Linda si presenta con un grande disturbo al tratto cervicale, e lei, in balia dei dolori, ha in mente “solo quello”. Gli specialisti che l’hanno seguita, tra cui un collega che la tratta una volta a settimana, confermano la sua cervicalgia e rivolgono i loro sforzi a quella parte del corpo utilizzando un protocollo riabilitativo.

Io mi fido di questi terapisti e, sul tratto cervicale, mi rendo conto che non posso far cose tanto diverse da quelle che fanno loro; quindi mi oriento su una cosa che solo chi conosce il protocollo Percezione-Azione può fare. Ed è “vedere” Linda dimenticandosi del suo sintomo, valutandone tutte le funzioni che i test ci danno la possibilità di fare.

Questo mi è possibile grazie alla conoscenza approfondita della Propriocezione, unico senso distribuito in modo diffuso nel nostro corpo.

Il lavoro che vedremo in questo articolo è uno dei più belli e chiari sul come si possa usare (da solo o all’interno di una strategia) uno stimolo propriocettivo, una vibrazione meccanica.

Il disuso forzato degli arti determina un’interruzione violenta e non voluta del normale funzionamento delle attività sensomotorie, interruzione che causa una riorganizzazione del cervello che il più delle volte è disadattiva.

Sono stati effettuati degli studi, coadiuvati dall’utilizzo dello strumento della Risonanza magnetica funzionale (fMRI), per capire se attraverso movimenti illusori che replichino in qualche modo i movimenti naturali non più possibili durante l’immobilizzazione, si riesce ad evitare la suddetta riorganizzazione cerebrale.

E come sono possibili tali movimenti illusori?

Attraverso trattamenti proprio-tattili che determinano la percezione di sensazioni cinestesiche simili a quelle provate in condizioni normali.

Lo studio condotto sul trattamento propriocettivo

In particolare, lo studio è stato compiuto su 16 volontari sani che per 5 giorni sono stati dotati di protesi che impedivano loro l’uso della mano e delle dita, ma che allo stesso tempo consentivano loro di provare sensazioni cinestesiche e tattili.

Di loro, 8 hanno ricevuto due volte al giorno un trattamento proprio-tattile che determinava una sensazione simile a quella che si prova durante i movimenti reali generati da minivibratori posizionati sulle dita e sui polsi; i restanti 8 non hanno ricevuto nessun trattamento.

La vibrazione meccanica determina l’efficacia della riabilitazione     

Attraverso successiva valutazione con fMRI si è riscontrato che nei pazienti che avevano ricevuto il trattamento citato la rete sensomotoria era preservata, mentre nei soggetti che non avevano ricevuto il trattamento la rete sensomotoria risultava sensibilmente alterata.

Tale risultato suggerisce che un trattamento propriocettivo durante la fase di immobilizzazione degli arti possa avere un effetto fortemente rilevante ai fini di una efficace riabilitazione.

Ancora una volta un bellissimo esempio su come un “inganno sensoriale” viene interpretato come reale dal nostro cervello, tutto a vantaggio di un più efficace piano terapeutico e riabilitativo.


Questa cervicalgia da un punto di vista Posturologico

 

Torniamo a Linda e alla sua “cervicalgia”: alla fine della valutazione abbiamo impostato un lavoro molto semplice.

  1. Lavoriamo con degli esercizi per il rilassamento del sistema visivo. Durante la seduta ho avuto modo di testare quanto la sua entrata visiva vada ad influire non solo sulla tensione dei muscoli cervicali, ma di tutta la schiena.
  2. Successivamente, le ho insegnato alcuni esercizi per i piedi utilizzando una semplice pallina da tennis.
  3. Introdotto l’utilizzo della vibrazione meccanica (sfruttando gli stessi principi contenuti nello studio) per riqualificare la sensibilità di una vecchia cicatrice per un intervento al basso ventre, cosa che ha modificato da subito la tensione dei muscoli cervicali.
  4. Le ho consigliato quindici minuti di attività motoria aspecifica, e qui le ho suggerito di chiedere aiuto ad un trainer che a Vicenza lavora molto bene (ricordandoci di essere multidisciplinari).
  5. Le ho consigliato di contattare uno specialista che ci dia una mano a risolvere il problema di stitichezza che ha da oltre 20 anni.  Per darle una mano da questo punto di vista, abbiamo iniziato anche a lavorare sulla respirazione (Metodo Guillarme), dal quale otterrà immediatamente grande benefici e che potrebbe ridarle nel lungo periodo delle funzioni da anni dimenticate.

Durante tutta la durata della seduta non le ho MAI toccato il collo. Ricordo che un’illusione sensoriale è una verità assoluta per il cervello, quindi conto di liberare quel distretto usando uno stimolo che mi normalizzi la tensione dei muscoli.

Tra tre settimane la rivedo e se lei è stata brava a far tutto sono sicuro che della sua cervicalgia ce ne siamo dimenticati tutti e due (sintomo) e iniziamo a prenderci davvero cura di Linda.


Lo studio citato:

R. Roll, A. Kavounoudias, F. Albert, R. Legré, A. Gay, B. Fabre, J.P. Roll,
Illusory movements prevent cortical disruption caused by immobilization
NeuroImage,
Volume 62, Issue 1,
2012,
Pages 510-519,
ISSN 1053-8119

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