Connessione tra sonno, respirazione, disturbi dell’attenzione e posturologia

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Oggi ti racconto la strana connessione che esiste tra respirazione, qualità del sonno, disturbi dell’attenzione e posturologia.

Partiamo dalla fine: il cruccio principale per chi lavora in ambito posturologia è quello di ottenere un buon equilibrio posturale, ma con il più basso tono muscolare possibile.

Questo, per i meno esperti, significa lavorare su come il nostro cervello percepisce il corpo nello spazio (argomento che in buona parte centra con la propriocezione) mantenendo la più bassa tensione muscolare possibile (buon rapporto tra come si fa un movimento e quanta energia viene spesa per farlo).

Quindi, in buona sostanza, la nostra cabina di regia (il cervello) assume dati (un movimento, un suono, uno stimolo luminoso ecc.), lo processa e ne nasce una reazione.

Preciso: se questo stimolo è molto importante, pensiamo a uno spillo che ci punge o da una forte fonte luminosa che ci abbaglia, anche la reazione che andremo ad ottenere sarà importante.

Propriocezione e disturbi cognitivi: qual è il nesso?

Da qui passiamo alla strana relazione che il tono e la propriocezione hanno con i disturbi cognitivi.

Un bellissimo lavoro francese mostra come gli occhi di un normolettore si muovono con una certa linearità nello scorrere sulle parole nelle righe di un testo, cosa che gli occhi di un dislessico, ad esempio, non riescono a fare.

Premetto che un dislessico è un ottimo esempio di soggetto con cattiva percezione (percezione di sé nello spazio) e con un tono muscolare alterato. 

È per questo che non riesce a compiere un’azione motoria come la lettura in modo efficace ed economico ma tutt’altro, l’azione del leggere risulta molto difficoltosa e per questo dispendiosa.

Sappiamo che le nostre riserve di attenzione sono limitate e più ci impegniamo, più andiamo ad esaurire questa nostra capacità – quindi, faccio male questa azione e in più non ricordo molto.

Il sonno in tutto questo cosa c’entra?

Beh, avere una buona qualità del sonno, ad esempio, ci garantisce un buon lavoro di “pulizia” per quanto riguarda le informazioni assunte nella giornata appena passata, cestinando quelle poco utili e fissando nella memoria quelle che ci servono.

Per questo motivo è semplice capire perché, quasi sempre, i soggetti DSA tendono ad avere difficoltà per un certo tipo di apprendimento. 

Ma quali caratteristiche deve avere un sonno ristoratore?

Un buon sonno, per essere tale, deve rispettare dei cicli o fasi che si ripetono nell’arco del tempo.

Essendo un’attività di recupero, anche il tono muscolare tende a scendere ed è proprio qui che troviamo la relazione tra sonno e respiro.

Esiste una struttura muscolo membranosa che funge da passaggio per l’aria dalle vie aeree superiori ai polmoni, questo è il faringe.

Cosa succede durante il riposo notturno al faringe

Durante il sonno, questa struttura tende a diminuire il suo diametro a causa dell’abbassamento del tono muscolare.

Questo evento richiede maggior impegno da parte di un’altra struttura muscolare, il diaframma, che dovendo far passare una quantità d’aria su un canale più stretto, deve lavorare con maggiore intensità.

Tutto facile se il soggetto possiede almeno queste 2 caratteristiche, una buona propriocezione (una buona percezione del sé) ed una buona competenza della struttura addome (muscoli che concorrono ad un corretto e coordinato atto respiratorio).

In mancanza di queste caratteristiche l’atto respiratorio si presenta non ottimale, inficiando la buona ossigenazione del cervello durante la notte e quindi impedendo la buona riuscita del lavoro di pulizia/stoccaggio che quest’ultimo deve effettuare durante il riposo notturno.

Come capire se bisogna lavorare sulla propria respirazione

In conclusione, metto un piccolo elenco che ci può aiutare a capire se abbiamo necessità di lavorare sulla nostra competenza respiratoria:

  • difficolta d’attenzione
  • dormire con la bocca aperta
  • incubi
  • parlare durante il sonno
  • respiro corto e affannoso
  • piccole perdite di pipi e gas sotto sforzo (attività fisica, starnuti, colpi di tosse ecc)
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