Tre consigli per terapisti che vogliono apprendere nuove metodologie di lavoro

PIN

Come docente, mi devo continuamente interrogare se io stia trasmettendo al meglio le informazioni che voglio passare. E cerco di impegnarmi più che posso, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza. Continuo ad accorgermi come non sia sufficiente preparare gli allievi ad un upgrade della propria professione, costruendo solo una solida base teorica e pratica: bisogna davvero scardinare alcuni preconcetti mentali limitati e limitanti.

In questo articolo volevo ragionare su un aspetto che riscontro spesso nel rapporto docente-tirocinante. Questo mio pensiero arriva dopo i tirocini degli ultimi tre mesi nel mio studio, e in questo caso parliamo di Posturologia. Come tutti gli anni dal 2013 a questa parte, infatti, nei mesi di luglio, agosto e settembre mi dedico al tirocinio pratico di allievi provenienti dai vari master (Italiani e Stranieri, dell’Università di Bologna o di corsi privati che tengo in Italia e all’estero, quasi sempre a fianco del Dott. Alfredo Marino).

La domanda interessante è questa:

Che cosa si aspetta un tirocinante dal ciclo di formazione o dal metodo che sta imparando?

 

Cercherò di esprimermi senza polemica, ma quello che vedo io è che la maggior parte dei tirocinanti vorrebbero la certezza matematica che quello che stanno facendo li porti ad un risultato sicuro e garantito. La sensazione che ho è che desiderano “ottenere una bacchetta magica” che permetta di ricevere il paziente, dargli la soluzione senza dover pensare a come strutturare la terapia e infine incassare il denaro.

Le domande che ricevo di continuo, durante il tirocinio, mentre lavoro sui pazienti, sono: è scientifico? Risolve sicuramente il problema? Funziona con tutti? Ed entrano sempre nei casi più specifici e peculiari che siano mai successi portandoli come esempio rappresentativo del tutto.

Questo modo di pensare, però, diventa il primo grande limite nel momento in cui ci si affaccia ad un nuovo piano di studi e, ancor di più, se l’intenzione del tirocinante è quella di “migliorare” (e quindi bisogna essere disposti a modificare) la propria routine professionale.

Pur vedendo i risultati, evidenti, di altri professionisti, molti tirocinanti (non tutti, per carità) non si sentono in grado di provare una strada “nuova” e abbandonano la possibilità di integrare nuove conoscenze con la solita scusa, cioè, QUELLA METODOLOGIA FUNZIONA PERCHÉ LO FATE VOI.

Ed è proprio questo il punto sulla quale voglio riflettere…

È vero, la posturologia funziona perché la facciamo “noi” ma non perché più bravi o dotati. La verità è che decidiamo di avere una visione terapeutica che prevede una lettura non ristretta, ma chiara e completa del paziente. Il discorso vale non per noi ma anche per colleghi che insegnano in altri campi, come ad esempio l’osteopatia.

Quindi, tornando al titolo del post, me ne sono uscito con:


Alcuni consigli che darei a me stesso se fossi un tirocinante in Posturologia oggi:

 

1- Il consiglio più utile per un tirocinante: prova a comprendere davvero su quali basi si fonda la tecnica che stai apprendendo e inizia a vedere ogni paziente con quelle regole.

2- Impara a guardare il tuo paziente come se non avesse sintomi. Esempio: vedo per la prima volta un paziente con un dolore ad una caviglia. Per prima cosa dimenticare il dolore alla caviglia e vedere il paziente secondo le nuove regole.

3- Non cercare “la manipolazione specifica” o “l’esercizio specifico”, bensì ricordati del principio tecnico di ogni tipo di manipolazione del metodo (che poi va adattato al paziente).

4 – (Bonus) Non aver paura di sbagliare! Anche se non conosci ancora la tecnica, bisogna provare all’inizio, senza paura. Ricordati che hai a disposizione dei professionisti proprio per questo, ed io personalmente, desidero con tutto il mio ardore che tu possa apprendere e diffondere al meglio questo protocollo posturologico in cui credo. L’errore più grande che puoi fare ad un tirocinio è non provare perché hai paura di sbagliare.

I prossimi punti sono di approccio “mentale”, saranno pubblicati in un prossimo post…. e ringraziandovi della lettura vi saluto dalla Spagna mentre concludo un ciclo di formazione ad alcuni corsisti.

× Posso aiutarti?